Welfare: dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze sette milioni per la marginalità sociale

Pubblicato il 3 Giu 2013

Welfare: dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze sette milioni per la marginalità sociale

I vertici di Ente Cassa e della Caritas pranzo alla mensa in Piazza SS.Annunziata. Il Direttore generale Renato Gordini: un impegno particolare per l’emergenza alimentare ora sempre più acuta. La Caritas: ‘nelle nostre due mense + 60% di avventori tra il 2011 e il 2012’

Il welfare è stato individuato quest’anno tra i settori prioritari dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze che ha destinato per il 2013 sette milioni di euro all’emergenza sociale, due in più rispetto allo scorso anno. Lo ha annunciato il Direttore generale della Fondazione Renato Gordini incontrando oggi a pranzo, alla mensa San Francesco Poverino, uno dei luoghi di carità più significativi di Firenze, i vertici dell’istituzione diocesana rappresentati dal Vescovo ausiliare monsignor Claudio Maniago (presidente di Solidarietà Caritas onlus, ovvero il braccio operativo) e il direttore Alessandro Martini.

‘’Abbiamo chiesto – ha detto Gordini, che era accompagnato dal vicepresidente professor Pierluigi Rossi Ferrini e da alcuni consiglieri – di poter condividere questo momento conviviale assieme a loro e agli avventori di ogni giorno perché intendiamo testimoniare concretamente la nostra vicinanza e la nostra attenzione a quanti si adoperano con straordinaria generosità nel campo della marginalità sociale’’. ‘’Con questo gesto – ha proseguito il dg, che ha portato anche il saluto del presidente professor Giampiero Maracchi, impossibilitato a partecipare per impegni improrogabili – abbracciamo idealmente le oltre 150 associazioni di volontariato che sosteniamo ogni anno dando attuazione alla ‘strategia dell’emergenza’ indicata nel nostro Documento Programmatico Previsionale 2013 varato dal Comitato di Indirizzo’’. In particolare è stato rafforzato il contributo agli organismi che operano nel settore alimentare (meritoria è infatti anche l’attività che svolge il Banco alimentare) perché sta diventando sempre più acuta. ‘’E’ chiaro che questo – ha proseguito Gordini – è l’ultimo anello della catena e che, in parallelo, dobbiamo individuare, e l’Ente Cassa lo sta facendo, soluzioni ‘a monte’ che permettano di non arrivare dove siamo oggi. Soluzioni che riguardano il lavoro (per giovani e meno giovani), l’auto alla piccola e media impresa ed agli artigiani, l’assistenza agli anziani e, comunque, tutto ciò che è ricompreso nel walfare in senso lato’’.

Nei confronti della Caritas sono stati stanziati, quest’anno, dall’Ente Cassa 200.000 euro proprio per il servizio mensa e per l’accoglienza dei senza tetto, ma già in passato è stata sostenuta la realizzazione del Centro Accoglienza pluriservizi a Sesto Fiorentino e del Centro la Meridiana di Scandicci che offre una serie di servizi polivalenti: accoglienza notturna, centro diurno di socializzazione e accoglienza, e un centro di accoglienza per minori. Di grande rilievo il finanziamento per la ‘Cittadella della solidarietà’ che nascerà alla periferia cittadina, in via Corelli (zona via Baracca) e che, dopo una lunga fase preparatoria, è ora prossimo alla posa della prima pietra.

’L’aiuto dell’Ente Cassa – ha ringraziato il Vescovo Maniago – è dunque determinante per una istituzione che opera nel vasto mondo della marginalità con molteplici strumenti’’. La Caritas, ha spiegato il direttore Martini, è infatti un ufficio diocesano che si occupa dell’ animazione della carità ed opera attraverso percorsi formativi ed educativi nelle parrocchie, nei centri di ascolto parrocchiali, nelle scuole. Il suo organo operativo è la onlus solidarietà Caritas (presieduta da mons. Maniago) che opera sul territorio con circa 1.500 volontari e oltre 100 operatori dipendenti. La Caritas gestisce anche due mense cittadine (che distribuiscono 700 pasti al giorno tutto l’ anno, tra San Francesco e quella in Via Baracca, e che nel 2012 hanno registrato un aumento complessivo di avventori del 60% rispetto al 2011) e 22 centri di accoglienza che assistono particolari categorie di bisogno e che ospitano mediamente ogni giorno full-time complessivamente 400 persone: immigrati richiedenti asilo, malati di Aids, donne sole e/o con bambini, bambini e famiglie in cura presso l’ ospedale Mayer, persone con problemi di salute mentale, uomini e/o donne senza dimora e che vivono in condizioni di marginalità estrema, minori in difficoltà sociale, detenuti in uscita che sono aiutati nel reinserimento accompagnato nella società. La Caritas gestisce anche un servizio di catering per favorire il reinserimento sociale e due cooperative sociali: San Martino (per la raccolta di stracci e per favorire l’ inserimento lavorativo) e San Pietro (per l’ accompagnamento nel reinserimento sociale di ex detenuti dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Montelupo Fiorentino). Sono emanazione della Caritas anche l’ associazione Stenone (per l’assistenza sanitaria di extracomunitari e di italiani senza fissa dimora, attraverso poliambulatori gestiti da volontari) e Casa Stenone che assicura il servizio di continuità post ospedaliera alla stessa tipologia di utenza.

MENSA SAN FRANCESCO
La mensa San Francesco (Piazza SS.Annunziata 2) è stata istituita nel novembre 1949 per iniziativa dell’associazione Opera Ritiri che si occupava dell’accoglienza dei viandanti e la sua prima direttrice, chiamata dall’allora arcivescovo di Firenze cardinale Elia Dalla Costa, è stata Maria Giubbi, teologa e partigiana. Con la chiusura dell’associazione la mensa è stata rilevata dall’Opera della Divina Provvidenza Madonnina del Grappa, fondata da don Giulio Facibeni e, nel 2006, la sua gestione è passata alla Caritas. Tra i frequentatori, il mistico don Divo Barsotti, l’ex sindaco Giorgio La Pira, il cardinale polacco Stephan Wishinsky, grande amico di papa Giovanni Paolo II. Lo scorso anno sono stati distribuiti complessivamente oltre 51.000 pasti con una media giornaliera di 180 suddivisi su tre turni (solo a pranzo ed è chiusa la domenica), a partire dalle 11.30. Fino a qualche tempo fa gli avventori erano prevalentemente extracomunitari (soprattutto rumeni, somali e peruviani) e italiani senza fissa dimora, ma da qualche tempo ci sono anche tanti fiorentini che vivono un difficile situazione economica.

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