Ok unanime da Assemblea e CdI Ente CR Firenze a modifica statuto

Pubblicato il 30 Mar 2015

Ok unanime da Assemblea e CdI Ente CR Firenze a modifica statuto

Su proposta all’unanimità del CdA della Fondazione

Viene abrogato il comma 6 dell’Articolo 6

Unanime orientamento positivo anche all’adesione al Protocollo di intesa Acri-Mef

Votazione unanime dei tre organi di governo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze per abrogare dallo statuto il comma 6 dell’articolo 6 che impegnava a mantenere, a certe condizioni, una partecipazione nell’originaria banca conferitaria Cassa di Risparmio di Firenze spa entrata nel 2008 nel Gruppo Intesa Sanpaolo. L’ Assemblea, fortemente partecipata e tenutasi stamani, ha espresso all’unanimità parere favorevole, senza eccezioni, a questa abrogazione accogliendo la proposta, anch’essa assunta all’unanimità, del Consiglio di Amministrazione. Successivamente, e ugualmente all’unanimità, il Comitato di Indirizzo, a cui spetta la decisione finale a riguardo, ha a sua volta deliberato in senso favorevole. La modifica diverrà operativa solo dopo l’ottenimento del nulla osta da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Il comma 6 dell’Articolo 6 dello Statuto dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, di cui è stata decisa l’abrogazione, stabilisce che ’’L’Ente, fino a quando compatibile col rispetto dei principi di salvaguardia, diversificazione e redditività del patrimonio, mantiene nella Cassa di Risparmio di Firenze spa una partecipazione entro la misura e alle condizioni consentite dalla legislazione vigente, al fine di preservare un’antica peculiarità fiorentina e toscana e di mantenere il tradizionale ancoraggio della banca alla realtà sociale ed economica locale, quale volano di crescita e di stabilizzazione del sistema finanziario’’. Le finalità dell’Ente Cassa restano comunque fortemente ancorate allo sviluppo e alla promozione del territorio come indicato inequivocabilmente dall’articolo 3 dello Statuto. Piena condivisione dei tre organi anche sull’adesione al protocollo AcriMef il quale fissa, tra l’altro, nel 33,3% del patrimonio complessivo di ogni fondazione – determinato a valore di mercato – la quota che può essere investita in un unico cespite. Le fondazioni avranno dai 3 ai 5 anni di tempo per adeguarsi a questo parametro.      

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