Quando il lavoro diventa la cura per l’integrazione sociale

Pubblicato il 15 Dic 2017

Quando il lavoro diventa la cura per l’integrazione sociale
Presentati al Convegno “Il lavoro come strumento per l’integrazione sociale” i dati del servizio P.O.L.I.S. e lanciato P.O.L.I.S. 2.0

Sono state assunte 226 persone svantaggiate. E contattate oltre 4800 aziende, di cui 412 hanno accettato di far parte di una grande banca dati. Sono solo alcuni dei numeri che raccontano il servizio P.O.L.I.S., il progetto del Comune di Firenze iniziato nel 2013 e concluso lo scorso agosto, gestito da Co&So, Metropoli e Caritas per l’inserimento socio lavorativo di persone svantaggiate, grazie anche a un sistema di interventi sostenuti da Fondazione CR Firenze.
P.O.L.I.S. si è rivolto alle persone con disabilità psichica o fisica certificata e alle persone segnalate dai servizi sociali con problematiche di marginalità. L’idea di fondo è che il lavoro non debba essere usato come fine, ma come strumento di cura della persona. Dal 2013 al primo semestre 2017 sono stati 964 i percorsi di orientamento, 288 i tirocini con borsa lavoro, 986 gli inserimenti socio-terapeurici, 65 i tirocini con Giovani Sì e legge 68, e 229 le persone formate.

I dati sono stati l’argomento del convegno “Il lavoro come strumento per l’integrazione sociale” (Fondazione CR Firenze, 15 dicembre 2017),  promosso dalla Fondazione stessa, dal Comune di Firenze e dal Dipartimento di Scienze per l’Economia e l’Impresa dell’Università degli studi Firenze. Il convegno è stata anche l’occasione per lanciare il nuovo progetto P.O.L.I.S. 2.0.

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Fondazione CR Firenze