Dispersione scolastica, in Italia è una ‘emorragia’.Progetto di prevenzione ideato e promosso da Ente CR Firenze

Pubblicato il 11 Set 2015

Dispersione scolastica, in Italia è una ‘emorragia’.Progetto di prevenzione ideato e promosso da Ente CR Firenze

Progetto innovativo a carattere sperimentale dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze per l’intervento e la prevenzione della dispersione scolastica (la somma di ripetenze e di abbandoni) che, in Italia, interessa circa 750.000 ragazzi solo per quanto riguarda l’abbandono annuo (su una popolazione scolastica di circa 7.800.000 dalla primaria al termine della secondaria di II grado). Il costo per lo Stato è stimabile in circa 70 miliardi di euro ogni anno, pari al 4% del Pil (dati relativi al  2014). Questo esercito corrisponde ad una media nazionale del 17,6% di abbandono a fronte di una media europea del 12,8%, ben lontana dall’obiettivo europeo per il 2020 del 10%.

In Toscana (dati 2013 e 2014), isolando il solo livello di abbandono precoce, la percentuale varia tra il 17,6% e il 18,6% ed è in linea con quella nazionale ma è in aumento rispetto al 2009 (16,9%) e dunque in controtendenza rispetto al miglioramento medio. La regione, in soli tre anni, ha scalato circa 22 posizioni passando dal 97° posto al 75° nella classifica europea dell’abbandono scolastico precoce, peggiorando le proprie performance e registrando l’immissione, nel mercato del lavoro, di un ragazzo su 3 privo di titoli di istruzione secondaria di secondo grado.

Ecco perché l’Ente Cassa, con la collaborazione di partner qualificati come ISFOL (l’Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori), l’Università di Perugia, le associazioni aretine Pratika e Nausika che hanno una particolare competenza in questo campo, ha ideato e promosso il progetto sperimentale ‘OrientaDropOut’ di prevenzione e intervento fortemente innovativo. Esso coinvolge istituzioni scolastiche dalla primaria alla secondaria di secondo grado di Firenze e di Arezzo e agenzie formative che operano nei percorsi formativi per “drop-out”, ovvero per ragazzi che all’età di 16 anni hanno abbandonato il percorso di istruzione.

Esso coinvolge sei istituti scolastici, quattro agenzie formative, 24 classi,  500 alunni, 500 famiglie, 500 docenti ed è stato presentato stamani ai giornalisti, a pochi giorni dall’apertura delle scuole, dal suo direttore, professor Federico Batini dell’Università di Perugia, vincitore nel 2015 del Premio Italiano di Pedagogia con il volume DROP-OUT, da Gabriele Gori, Direttore generale Ente CR Firenze e da Anna Grimaldi, primo ricercatore ISFOL. Lo scopo è quello di modellizzare interventi, percorsi, materiali e didattiche dopo la verifica sperimentale sul campo, in modo di renderle disponibili per tutte le scuole e gli insegnanti.

Gli interventi previsti sono di tipo sperimentale e saranno svolti durante tutto il nuovo anno scolastico da formatori di diverse discipline e competenze che affiancheranno in aula gli insegnanti con interventi che, a partire dalla classe prima della scuola primaria, arriveranno sino ai ragazzi che hanno già abbandonato (i dropout, appunto). Gli esperti non interverranno in modo autonomo, ma collaboreranno con i docenti che riceveranno anche una specifica formazione sulle metodologie utilizzate. Strumenti e percorsi, anche grazie alla collaborazione con le istituzioni, verranno poi messi a disposizione gratuita di tutte le scuole toscane (e italiane) e gli insegnanti coinvolti saranno dotati, a conclusione del progetto, di competenze da mettere a disposizione delle proprie istituzioni scolastiche, e non solo. Gli effetti della sperimentazione saranno dunque rilevati, a livello cognitivo ed emotivo, ex ante ed ex post.

‘’Il ruolo degli insegnanti – ha dichiarato Batini – è cresciuto enormemente in complessità– ha dichiarato Batini – sia per l’aumento della numerosità dei ragazzi nelle classi che per le loro diverse provenienze geografiche e culturali. Queste situazioni, unite ai repentini cambiamenti socio-economici e tecnologici comportano la necessità di un ventaglio di competenze assai ampio. Desideriamo rafforzare quelle di base degli alunni (linguistiche e matematico-scientifiche) attraverso l’introduzione di metodologie attive ed esperienziali teoriche che favoriscono la comprensione delle materie con esempi concreti, di tutti i giorni. Nessuno di noi ha conquistato l’apprendimento più complesso e importante della propria vita, saper parlare la lingua madre, attraverso lezioni teoriche o attraverso la correzione, ma attraverso i tentativi, gli errori, l’esperienza e i feedback positivi di adulti significativi. La ricerca internazionale ci dice che il coinvolgimento attivo degli studenti produce motivazione e maggiori apprendimenti; cercheremo dunque di mostrare, con i fatti, la possibilità di ridurre la dispersione scolastica”.

‘’L’Ente Cassa di Risparmio di Firenze – ha dichiarato il Dg di Ente CR Firenze Gabriele Gori- ha, tra i suoi compiti statutari, la crescita civile e la formazione delle nuove generazioni e per questo ha ideato e sostenuto con grandissimo interesse il progetto. Esso è infatti innovativo per il suo carattere pluriennale che consentirà di verificare sul campo gli effetti delle azioni intraprese e per la progettazione di percorsi e strumenti assolutamente originali. Soltanto una percentuale residuale dei progetti italiani dura più di un anno, non permettendo di verificare gli effetti reali delle azioni messe in campo. Mi piace anche sottolineare il forte grado di collaborazione tra esperti e insegnanti, tra terzo settore e scuola, tra ricerca e scuola che costituisce una modalità di azione che la nostra Fondazione intende perseguire con sempre maggiore decisione’’.

Il progetto sarà presentato nel corso del convegno biennale ‘Le Storie siamo noi’ che quest’anno si svolgerà a Firenze il 27 e 28 ottobre proprio per la stretta relazione con ‘OrientaDropOut’ e con un altro progetto, anch’ esso finanziato dall’Ente Cassa, e denominato ‘No Neet’ (ne è capofila l’associazione grossetana Altra Città). Al centro dei lavori, infatti, le problematiche delle due categorie di giovani denominate ‘Neet’ e ‘Dropout’. Per informazioni www.lestoriesiamonoi.eu

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