Ictus cerebrale e comunicazione, progetto Ente CRF su educazione e conoscenza della patologia

Pubblicato il 2 Mag 2016

La Toscana è in prima linea per combattere l’ictus cerebrale attraverso la comunicazione: la conoscenza è, infatti, essenziale per l’adozione di misure efficaci rivolte alla prevenzione e alla terapia. E proprio dell’efficacia delle strategie informative ed educative per aumentare la consapevolezza dell’ictus, malattia che nei paesi economicamente avanzati rappresenta la terza causa di morte e la prima causa di disabilità nel soggetto adulto-anziano, si ne è parlato nel convegno ‘Ictus cerebrale e comunicazione’ che si è svolto nei giorni scorsi per iniziativa della onlus Alice Toscana sezione di Firenze. Sono intervenuti il rettore dell’Università Luigi Dei, Maria Teresa Mechi dell’assessorato regionale alla Salute, l’assessore a Welfare e Sanità del Comune Sara Funaro e il vicepresidente Ente CRF Luigi Rossi Ferrini. Il convegno è stata una delle iniziative organizzate dalla onlus ad aprile, mese della prevenzione dell’ictus cerebrale, nel territorio fiorentino.

“Il convegno è l’occasione per informare ulteriormente e sensibilizzare le persone sull’ictus cerebrale, sulla terapia necessaria e sulla prevenzione della malattia che ha un rilevante impatto sanitario e sociale – ha detto l’assessore Funaro – e per combattere la quale sono fono fattori determinanti e la comunicazione. Nella lotta all’ictus sono fattori determinanti il tempo ma anche la comunicazione e lo sanno bene i volontari e i medici della onlus Alice che ogni giorno svolgono un’importante opera di informazione, sensibilizzazione, prevenzione della malattia e supporto alle famiglie attraverso il Centro di Ascolto Ictus dedicato alle persone che si prendono cura dei pazienti con ictus cerebrale”.

Nel corso dei lavori sono stati presentati i risultati fin qui raggiunti dal progetto ‘Ictus: Comunicazione & Innovazione’, finanziato dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, che confermano l’efficacia, ormai riconosciuta a livello internazionale, dell’implementazione di strategie educative e di strumenti di conoscenza che raggiungano ampie fasce della popolazione, di primaria importanza per ridurre il peso complessivo di una patologia rilevante come l’ictus cerebrale.

Il progetto si avvale della collaborazione di diverse istituzioni operanti in Toscana: Dipartimento Neurofarba (Sezione di Neuroscienze) e Dipartimento di Area critica dell’Università degli Studi di Firenze; Regione Toscana Assessorato alla Salute; Istituto di Neuroscienze del CNR di Firenze; Associazione A.L.I.Ce. Firenze; Associazione A.L.I.Ce. Toscana.

In Italia le persone sopravvissute ad un ictus in Italia sono circa 1 milione, ed ogni anno si verificano 200.000 nuovi eventi, con una spesa annua a carico del Sistema sanitario nazionale calcolata in 3,7 miliardi di euro. In Toscana si registrano ogni anno 10.000 nuovi casi, e si stima che l’implementazione delle evidenze scientifiche nel sistema sanitario regionale porterebbe ad evitare, ogni anno, 1500 morti o disabili gravi, con un risparmio annuo quantificabile in oltre 30 milioni di euro.

I ritardi cui assistiamo nel nostro Paese nell’implementazione della rete di assistenza integrata all’ictus sono dovuti, in larga parte, a una scarsa conoscenza della malattia, dei possibili interventi terapeutici e preventivi, dei costi sanitari e sociali. Scopo generale del Progetto è quello di diminuire l’incidenza dell’ictus, delle sue complicanze e dei suoi costi, agendo sull’informazione e sulla comunicazione, aumentando la consapevolezza delle tematiche assistenziali relative alla malattia.

Di estrema importanza, in questo ambito, risulta l’informazione della popolazione, che deve essere sistematica e continua, utilizzando mezzi efficaci di comunicazione sociale, centrata sui fattori che espongono al rischio di ictus e sulle modalità del loro controllo, nonché sui sintomi precoci, il cui riconoscimento è essenziale per non ritardare i tempi di arrivo in ospedale. Il progetto si è sviluppato attraverso due linee principali: il Progetto scuole e lo sviluppo dell’App Ictus 3R.

Il Progetto scuole si è occupato di diffondere la conoscenza del problema ictus tra gli studenti delle scuole superiori toscane, una strategia che si è dimostrata vincente a livello internazionale per le sue ricadute sociali. È stata effettuata una valutazione della conoscenza dell’ictus negli studenti del quarto e quinto anno in dieci scuole superiori distribuite in sette province toscane, seguita da un intervento formativo le cui ricadute sono poi state rivalutate a distanza di 3 mesi. In generale, il livello basale indicava una discreta conoscenza dei sintomi dell’ictus, mentre ampi margini di miglioramento venivano rilevati per quanto riguarda la conoscenza dei fattori di rischio, in particolare quelli di maggior interesse per la popolazione giovanile, quali l’alcol e il fumo. Di particolare importanza, poi, la scarsa conoscenza, riscontrata al basale, sia delle stroke unit, reparti specializzati in grado di garantire una prognosi significativamente migliore ai pazienti con ictus rispetto ai tradizionali reparti di medicina, che della trombolisi, terapia di fase acuta anch’essa in grado di ridurre la mortalità e gli esiti invalidanti di questa grave patologia. Solo il 36,5% degli studenti conoscevano la trombolisi alla prima valutazione, percentuale che saliva all’83,7% dopo l’intervento formativo nella rilevazione a 3 mesi, mentre l’esistenza delle stroke unit era nota solo al 25,3% degli studenti al basale, percentuale che passava al 59,6% a 3 mesi.

Sempre nell’ottica di combattere la malattia attraverso l’informazione, è stata sviluppata una App scaricabile gratuitamente, la prima in questo settore, per diffondere, attraverso uno strumento moderno e di agile consultazione, la conoscenza del problema ictus nella popolazione, dando, nel contempo, una serie di informazioni su come affrontare la malattia in fase acuta, e come ridurre il rischio di ictus. Riconoscerlo e reagire tempestivamente può salvare la vita, così come adottare stili di vita adeguati può ridurre il rischio di contrarlo: l’80% degli ictus può essere evitato e comunque curato. Con la App è possibile, inoltre, calcolare il proprio rischio di ictus rispondendo a un test che riguarda, per esempio, l’abituale pressione, le malattie avute, i farmaci che si prendono, il peso corporeo e le  cattive abitudini, come il fumo. Ad oggi Ictus 3R è stata scaricata da circa 40.000 utenti variamente distribuiti su tutto il territorio italiano e non solo: risultano 1700 utenti negli USA, e altri 2800 distribuiti tra Germania, Svizzera, Francia e Inghilterra. (fp)

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Fondazione CR Firenze